Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, gli impianti dentali richiedono un’attenta cura dell’igiene; la stessa che riserviamo ai denti naturali.
I batteri possono depositarsi fra i tessuti che accolgono gli impianti, causando patologie anche gravi.
Come si puliscono gli impianti dentali?
Possiamo ottenere una pulizia ottimale degli impianti dentali utilizzando quattro strumenti: spazzolino, filo interdentale, scovolino e idropulsore.
Spazzolino
Una buona igiene orale domiciliare comincia da un accurato spazzolamento degli elementi protesici. Lo spazzolino ideale ha setole morbide o medie.
Per ottenere un buon risultato dovremo orientare correttamente lo spazzolino, inclinandolo di 45° rispetto all’impianto. I movimenti da eseguire partono dalla gengiva e vanno verso l’alto, evitando uno spazzolamento troppo energico.
La parte più delicata da pulire si trova tra il margine della protesi e il solco gengivale: le setole dello spazzolino devono penetrare nello spazio compreso tra dente e gengiva. Si procederà poi con una serie di movimenti, stavolta da effettuare in senso orizzontale.
Consigliamo di scegliere uno spazzolino elettrico, anche in questo caso con testina a setole morbide. Diversi studi hanno dimostrato come lo spazzolino elettrico elimini la placca più efficacemente rispetto a quello manuale, applicando meccanicamente la giusta pressione sul dente con il movimento più corretto.
Che si tratti di denti naturali o di protesi, è importante ripetere l’azione di spazzolamento regolarmente, almeno tre volte al giorno.
Filo interdentale
Il filo interdentale è un altro protagonista imprescindibile nella routine quotidiana dell’igiene dentale. Stringi il filo tra pollice e indice; poi avvolgi il dente formando un semicerchio (C) con il filo. A questo punto, con movimenti lievi, rimuovi la placca depositatasi negli spazi interdentali.
Ci sono diverse tipologie di protesi: dente singolo, ponte o intera arcata; per questo sono consigliati fili interdentali con caratteristiche speciali, chiamati implant floss o superfloss. Il superfloss è quello utilizzato più comunemente: si tratta di un filo studiato per la pulizia degli spazi tra denti che sono uniti fra loro.
Consideriamo una protesi fissa, un ponte dentale, ad esempio. Il filo tradizionale non riuscirebbe a passare tra dente e dente. Il filo superfloss invece, avendo una struttura particolare, può essere usato come un ago che si infilerà facilmente sotto al ponte, tra i denti. È inoltre dotato di una parte spugnosa che servirà ad avvolgere l’impianto, ripulendo ogni sua parte.
Utilizzare quotidianamente il filo interdentale per la pulizia degli impianti è molto importante, ma occorre utilizzarlo in modo corretto, evitando di irritare la gengiva. Il rischio è quello di provocare infiammazioni che potrebbero diventare l’elemento scatenante di vari disturbi, come la gengivite.
Il movimento da compiere va da dentro a fuori e viceversa: dall’interno verso l’esterno dei denti, e dall’esterno verso l’interno.
Come scegliere il filo interdentale giusto? Sarai tu stesso a valutare quello che riuscirà a penetrare più facilmente negli spazi tra i denti, senza provocare dolore o sanguinamento.
Idropulsore
Ai pazienti che si sottopongono a un intervento di chirurgia implantologica raccomandiamo l’utilizzo dell’idropulsore. Si tratta di un dispositivo che sfrutta un getto d’acqua per rimuovere i residui di cibo e la placca, difficilmente eliminabile con altri strumenti.
Anche l’idropulsore deve essere utilizzato nel modo più corretto: inclina lo strumento formando un angolo di 45° rispetto al dente. Indirizza il getto d’acqua, fredda o tiepida, facendo attenzione a non esercitare una pressione eccessiva e spostando il flusso dal basso verso l’alto per non irritare la gengiva.
I gesti della routine diventano ancora più efficaci se all’azione dell’idropulsore viene associato l’effetto di un colluttorio daily. Questa sostanza sarà da utilizzare risciacquando la bocca, come passaggio finale; sarebbe inutile infatti usare il colluttorio contemporaneamente all’idropulsore poiché l’acqua ne inibirebbe l’azione.
L’igiene domiciliare è sufficiente per una corretta cura degli impianti?
Come accade per i denti naturali, anche per la cura ottimale delle protesi non è sufficiente affidarsi alla sola igiene ‘casalinga’. Non basta detergere l’impianto: per far sì che nel tempo mantenga la sua perfetta funzionalità, occorre pianificare visite di controllo e sedute di igiene orale professionale, con richiami specifici.
Monitorare l’accumulo della placca batterica contribuisce a garantire la massima resa di un impianto. Sottoporsi a una seduta di igiene professionale almeno una volta all’anno è il primo passo da compiere.
Quali possono essere le conseguenze di una scarsa igiene orale?
La mancanza di una corretta igiene orale può avere gravi conseguenze: il rischio di perdere gli impianti dentali a pochi anni dal loro inserimento è concreto.
Accumulandosi sulla superficie della protesi, la placca batterica può provocare un’infiammazione acuta che prende il nome di perimplantite e, nelle forme più gravi, causa la perdita dell’impianto.